17 Apr. 13

Caldaie a Condensazione

Le caldaie a condensazione sono caldaie in grado di ottenere rendimento termodinamico superiore al 100% del potere calorifico inferiore  del combustibile utilizzato anziché sul potere calorifico superiore alla potenza nominale grazie al recupero del calore latente di condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi della combustione. Vi è inoltre una conseguente riduzione delle emissioni di NOx e CO.

Differenze rispetto alle caldaie tradizionali

Le normali caldaie, anche quelle definite “ad alto rendimento” (91-93% alla potenza termica nominale), riescono a utilizzare solo una parte del calore sensibile dei fumi di combustione a causa della necessità di evitare la condensazione dei fumi che dà origine a fenomeni corrosivi. Il vapore acqueo generato dal processo di combustione (circa 1,6 kg per m³ di gas) viene quindi disperso in atmosfera attraverso il camino: la quantità di calore in esso contenuta, definito calore latente, rappresenta ben l’11% dell’energia liberata dalla combustione ma non riesce a essere recuperata.

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La caldaia a condensazione, invece, può recuperare una gran parte del calore latente contenuto nei fumi espulsi attraverso il camino. La particolare tecnologia della condensazione consente infatti di raffreddare i fumi fino a farli tornare allo stato di liquido saturo (o in taluni casi a vapore umido), con un recupero di calore utilizzato per preriscaldare l’acqua di ritorno dall’impianto. In questo modo la temperatura dei fumi di uscita (che si abbassa fino a 40 °C) mantiene un valore molto basso prossimo al valore della temperatura di mandata dell’acqua (con scambiatori particolarmente performanti anche meno!), ben inferiore quindi ai 140~160 °C dei generatori ad alto rendimento e ai 200~250 °C dei generatori di tipo tradizionale. Naturalmente è possibile lavorare con temperature così basse dei fumi, quindi condensare, in quanto le caldaie a condensazione utilizzano scambiatori di calore realizzati con metalli particolarmente resistenti all’acidità delle condense.

I fumi scaricati a bassa temperatura non permettono il tiraggio naturale del camino e vanno espulsi grazie alla prevalenza del ventilatore inserito a monte del bruciatore della caldaia; abbiamo quindi una linea fumi in pressione che deve essere perfettamente a tenuta rendendo problematico lo scarico di più caldaie in un unico camino.

Bisogna inoltre aggiungere che nella maggior parte dei casi le caldaie a condensazione presentano un bruciatore di tipo PREMISCELATO che aggiunge il vantaggio di poter mantenere costante il valore di anidride carbonica presente nei fumi, al variare della potenza del bruciatore (oltre ad avere ridotte emissioni di monossido di carbonio e di NOx). Tale situazione permette di mantenere costante la temperatura di condensazione del vapore acqueo nei fumi indicato approssimativamente attorno ai 54°C. Nei (rari) casi in cui la caldaia a condensazione non abbia il bruciatore premiscelato il rischio è che al diminuire della potenza (modulazione di fiamma) diminuisca notevolmente il punto di condensazione del vapor d’acqua rendendo di fatto impossibile la condensazione dei fumi e di conseguenza il recupero del calore latente (–GGCIVIC (msg)G.Arnaldi).

All’atto pratico, una caldaia a condensazione, è una caldaia che “puo” con densare i vapori di combustione, ma che riesce a farlo, solamente se le temperature dell’acqua erogata sono più basse, delle temperature generalmente ottenute con le caldaie convenzionali.

L’accoppiata economicamente più conveniente, risulta quella con un impianto di riscaldamento a bassa temperatura, che resta acceso per un periodo di tempo più lungo rispetto al tempo di accensione di una caldaia convenzionale che eroga acqua in mandata a temperature di circa 65/80°C.

La prima caldaia murale a condensazione a gas è stata introdotta sul mercato nel 1989 dalla Junkers.

Scambiatori di calore

Come anticipato gli scambiatori di calore devono essere resistenti alle condense acide (PH circa 4-5) che si formano raffreddando i fumi. I metalli principalmente usati sono acciaio Inox e lega alluminio-silicio (ed eventualmente magnesio). Al giorno d’oggi entrambe le tipologie di scambiatori hanno raggiunto performance molto elevate ed i motivi di preferenza sono legati prevalentemente ad abitudine, manutenzione, costo, durata. L’acciaio Inox utilizzato è del tipo AISI 304L o AISI 316L in quanto è necessario che il metallo abbia ottimo scambio termico ma anche ottime doti di resistenza alla corrosione in ambienti continuativamente acidi. Vantaggi: facile lavorazione, economico, leggero. Svantaggi: l’acciaio deve essere saldato con procedimenti particolari che mantengano inalterate le caratteristiche del metallo. La lega di alluminio silicio è una pressofusione e si ottengono degli elementi che assiemati compongono il corpo caldaia. Tale lega è discretamente resistente alla corrosione acida e viene quindi intaccata solo in minima parte nella vita di una caldaia. Vantaggi: massimi rendimenti, elevatissima resistenza agli shock termici e dilatazioni. Svantaggi: industrializzazione costosa, patisce ambienti basici (–GGCIVIC (msg)G.Arnaldi). Il rendimento varia al variare della temperatura richiesta all’acqua riscaldata:tanto più questa temperatura è bassa,tanto più il rendimento è alto, visto che che basse temperature dell’acqua consentono e facilitano la condensazione dei fumi di scarico; cresce inoltre al diminuire della temperatura dell’acqua di ritorno, cioè quella che rientra in caldaia dopo essere gia passata per i radiatori, avendo ceduto all’ambiente buona parte del suo calore.

Raccolta e smaltimento della condensa

Viste le basse temperature dei fumi le caldaie a condensazione possono utilizzare canne fumarie in polipropilene saturo (PPS), la miglior soluzione per evitare problemi di corrosione dei tubi dovuti alla condensa acida. Possono essere, in alternativa, utilizzate tubazioni in acciaio inox idonee all’umido (designazione = WET), oppure tubazioni in alluminio speciale (ma queste devono obbligatoriamente essere omologate dal costruttore della caldaia). Esse necessitano anche di un tubo per lo scarico dell’acqua di condensa, acida, che si forma durante il loro funzionamento e che convoglia detta condensa in un’apposita vaschetta di raccolta (anche detto pozzetto di raccolta della condensa). In particolare, la norma UNI 11071 (“Criteri di progettazione, d’installazione, di messa in servizio e di manutenzione degli impianti domestici e similari che utilizzano gas combustibili, asserviti ad apparecchi a condensazione ed affini di portata termica nominale non maggiore di 35 kW”), prevede la presenza di due impianti di smaltimento distinti: uno per eliminare la condensa proveniente dalla caldaia stessa e uno per eliminare la condensa proveniente dal sistema di scarico dei fumi. Nella stessa norma viene specificato che le caldaie di potenza focolare inferiore ai 35kW (domestiche) possono scaricare direttamente in fogna senza necessità di neutralizzare l’acidità di tali prodotti della combustione.

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In merito alle caratteristiche della condensa scaricata nei sistemi di raccolta, ci si deve riferire sempre alla norma UNI 11071, che regolamenta appunto anche le caratteristiche degli scarichi per caldaie con potenza inferiore a 35 kW di modo che essi rientrino entro i limiti di legge indicati nei Dlgs 155/1999 e Dlgs 258/2000 per lo scarico in acque superficiali.

Nella UNI 11071 si distinguono i due seguenti casi:

  • Installazione di una caldaia in un locale per uso abitativo: per utilizzi civili non si rendono necessari particolari accorgimenti essendo i condensati abbondantemente neutralizzati dai prodotti dei lavaggio e degli altri scarichi domestici (tali scarichi infatti possiedono una notevole basicità ed inoltre hanno la capacità di formare nelle condutture dei depositi con proprietà tampone rispetto agli acidi).
  • Installazione di una caldaia in un locale per uso ufficio: nel caso in cui l’ufficio, asservito ad un apparecchio singolo, abbia un numero di utenti minore di 10, è opportuna l’installazione di un neutralizzatore di condense. Nel caso in cui il numero di utenti sia maggiore di 10, valgono le stesse considerazioni adottate per l’installazione in appartamento ad uso abitativo.

Vantaggi economici

  • Si raggiungono risparmi nell’ordine del 5-10% sulla fornitura di acqua calda a 80 °C, e del 15-20% a 60 °C.
  • Accoppiata a vecchi impianti presistenti funzionanti a radiatori con acqua calda a 70-80°C, il risparmio energetico raggiunge il 5-7% appena.
  • Le prestazioni migliori sono quelle a carico parziale, ovvero il riscaldamento di un edificio, dove con radiatori tradizionali consentono risparmi del 25~30%, a patto però di usare acqua a temperatura più bassa di quella convenzionale, fatto che a sua volta richiede radiatori di dimensioni maggiori.
  • Esprimono il massimo delle prestazioni (risparmi del 40% e oltre) quando vengono utilizzate con impianti che funzionano a bassa temperatura (30~50 °C), come ad esempio con impianti radianti (pannelli a soffitto, serpentino a pavimento o serpentino a parete).
  • Quando si sostituisce una caldaia tradizionale con una a condensazione è possibile sceglierne una di potenza nominale minore (necessario comunque un calcolo termotecnico). Se si completa il sistema con l’integrazione di pannelli solari, e si aggiunge il risparmio che proviene dall’utilizzo dell’energia solare (25~30% medio), è possibile notare che dalla combinazione di pannelli solari e caldaia a condensazione si ottengono risparmi sull’ordine del 50~60%, sempre che si usi per il riscaldamento acqua temperatura al di sotto dei 50-55°C.

Tali informazioni sono naturalmente indicative in quanto il risparmio ottenibile è dipendente dalla tipologia (e bontà) della caldaia precedentemente installata, nonché dell’impianto.