La contabilizzazione del calore rappresenta uno strumento di grande interesse nell’ambito degli interventi per il contenimento dei consumi energetici.

Essa consente di gestire in autonomia e indipendenza il riscaldamento negli edifici dotati di impianto centralizzato oppure allacciati ad un’utenza centralizzata di teleriscaldamento.

Fino ad alcuni anni fa la ripartizione dei consumi veniva effettuata in modo poco equo, sulla base di criteri approssimativi, usando ad esempio i millesimi di proprietà o il volume dell’unità immobiliare, che se da un lato sono metodi semplici ed immediati, dall’altro risultano certamente errati, in quanto non tengono in considerazione i reali consumi degli utenti.

Quindi, per l’utente singolo poter regolare autonomamente la temperatura e i consumi del proprio appartamento pagando soltanto in base all’effettivo uso del riscaldamento significherebbe una concreta possibilità di risparmio.

A questa esigenza in Italia si è risposto nel corso degli anni proponendo l’installazione di impianto autonomo di riscaldamento per singolo appartamento, che offre l’indubbio vantaggio di poter gestire autonomamente tempi di accensione e temperatura. Tuttavia, questo tipo di impianto comporta anche alcuni svantaggi che si traducono in maggiori costi di installazione e gestione per il singolo utente.

Ecco, quindi, che la soluzione più vantaggiosa è l’adozione di un sistema centralizzato con contabilizzazione del calore e termoregolazione, in grado di unire i vantaggi dell’impianto centralizzato (autonomie di scala, con minori costi) all’autonomia e all’indipendenza di un impianto singolo.

È facilmente intuibile che nell’ottica del risparmio energetico la contabilizzazione del calore ha senso solo se il singolo utente ha la possibilità di agire autonomamente variando i consumi stessi in funzione delle sue esigenza. Per tale ragione, quando si parla di contabilizzazione del calore, implicitamente si richiama il concetto di termoregolazione e contabilizzazione individuale.

La contabilizzazione del calore  nei condomini esistenti: autonomia e indipendenza

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La soluzione più semplice, dedicata agli impianti classici a distribuzione verticale, molto diffusi nei condomini italiani, dove non è possibili individuare tubazioni dedicate a ciascun appartamento, ma solo tubazioni che servono più appartameni in modo “vertivale” (esempio il radiatore del bagno del primo piano collegato al quello del secondo e poi del terzo piano, e così via) è quella di installare ripartitori di calore e valvole termostatiche.

Le valvole termostatiche costituiscono il sistema più facile per regolare la temperatura ambiente in impianti a distribuzione verticale.

I ripartitori di calore effettuano la misurazione del consumo di riscaldmento di ciascun termosifone, misurando lo scambio termico tra il radiatore e l’ambiente.

Ripartizione dei consumi

La norma tecnica italiana di riferimento per la ripartizione delle spese di riscaldamento è la UNI 10200:2018 nella quale viene descritta una metodologia di ripartizione delle spese in funzione dei consumi di calore e dei componenti di impianto.

La contabilizzazione dei consumi avviene attraverso la lettura a distanza e il monitoraggio continuo dell’impianto in modo da consentire a ciascun utente di  gestire i propri consumi di riscaldamento

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