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14 Mar. 2017

Manutenzione Filtri Condizionatori: la Pulizia

Come pulire i filtri dei condizionatori ed a cosa servono. Franco Cerrito ci descrive semplicemente come funzionano i filtri e come mantenerli puliti ed efficienti.

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14 Mar. 2017

Umidità & muffe: infiltrazione d’acqua, raschiare il soffitto.

Umidità & muffe (parte 1): infiltrazione d’acqua, raschiare il soffitto. In questo primo video è mostrato come raschiare il soffitto dopo un’infiltrazione d’acqua.

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14 Mar. 2017

Quando si possono accendere i riscaldamenti?

 

Quando si possono accendere i riscaldamenti?

Con l’arrivo dei primi freddi e il calo delle temperature nasce l’esigenza di accendere il riscaldamento di casa. Ma per chi vive in un condominio con riscaldamento centralizzato periodi e orari di accensione del riscaldamento variano in base alla zona climatica del Comune dove si trova l’immobile. Tutti i Comuni italiani infatti sono divisi in sei zone climatiche indipendenti dall’ubicazione geografica e finalizzate al contenimento dei consumi energetici necessari per il funzionamento degli impianti di riscaldamento.

Le zone climatiche dei Comuni sono contrassegnate dalle lettere dalla A alla F, indicando la data di accensione e di spegnimento del riscaldamento centralizzato, nonché il numero massimo di ore giornaliere in cui è consentita l’accensione degli impianti.

  • Zona climatica A: vi rientrano i Comuni di Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle. Periodo accensione: 1 dicembre-spegnimento 15 marzo. Numero massimo ore accensione giornaliere: 6
  • Zona climatica B: vi rientrano i Comuni di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa, Trapani. Periodo accensione: 1 dicembre-spegnimento 31 marzo. Numero massimo ore accensione giornaliere: 8
  • Zona climatica C: vi rientrano i Comuni di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto. Periodo accensione: 15 novembre – spegnimento 31 marzo. Numero massimo ore accensione giornaliere: 10
  • Zona climatica D: vi rientrano i Comuni di Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa, Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Verona, Vibo Valentia, Viterbo. Periodo accensione: 1 novembre – spegnimento 15 aprile. Numero massimo ore accensione giornaliere: 12
  • Zona climatica E: vi rientrano i Comuni di Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Cesena, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Vicenza. Periodo accensione: 15 ottobre – spegnimento 15 aprile. Numero massimo ore accensione giornaliere: 14
  • Zona climatica F: vi rientrano i Comuni di Belluno, Cuneo. Nessuna limitazione.

L’accensione della caldaia non può essere eseguita comunque prima delle ore 05:00 del mattino e non può superare le ore 23:00. In particolari occasioni, ad esempio quando si verificano situazione eccezionali dal punto di vista metereologico è prevista la possibilità per i sindaci di poter ampliare o ridurre i periodi annuali di accensione del riscaldamento, nonché la durata massima di accensione. Inoltre la temperatura massima prevista per gli impianti di riscaldamento di casa è 20 °C che può essere aumentata per esigenze speciali di ulteriori 2 gradi.

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14 Mar. 2017

Si riaccende il riscaldamento, le 10 regole per risparmiare

Queste le regole suggerite da Enea e Mise.Fare la manutenzione degli impianti perché un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione rischia inoltre una multa non inferiore a 500 euro, ai sensi del DPR 74/2013.

Controllare la temperatura ambiente. La normativa consente una temperatura di 20 – 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Ogni grado abbassato si traduce in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.

Fare attenzione alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle sei zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E” il massimo sono 14 ore.

Usare i cronotermostati che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa.

Applicare valvole termostatiche che aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel termosifone e consentono di mantenere costante la temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli ambienti più frequentati e a evitare sprechi.

Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone per ridurre le dispersioni di calore.

Schermare le finestre la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.

Fare il check up alla propria casa. L’isolamento termico su pareti e finestre dell’edificio è un aspetto da non trascurare: se la costruzione è stata fatta prima del 2008, probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici e conviene valutare un intervento per isolare le pareti e sostituire le finestre. Con nuovi modelli che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire della detrazione fiscale del 65%.

Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Per questi interventi si può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici 65%.

Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni, come tende mobili, ma fare anche attenzione al tempo di apertura delle finestre.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha inoltre ricordato che da fine settembre è in vigore la nuova etichettatura energetica che definisce gli standard minimi di efficienza per le caldaie. Il nuovo sistema prevede una classificazione energetica da A+ a G per gli apparecchi per riscaldamento degli ambienti e da A a G per gli apparecchi per produrre acqua calda sanitaria. Chi deve installare una nuova caldaia, dovrà acquistarne una a condensazione, in grado di recuperare gran parte del calore contenuto nei fumi. Le caldaie a condensazione saranno le uniche a poter essere commercializzate. Continuerà ad essere prodotto solo un tipo particolare di caldaia non a condensazione che viene tecnicamente chiamata “a camera aperta” da installare quando non sia possibile andare a sostituire una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione per problemi legati alla canna fumaria collettiva di alcuni edifici multifamiliari.

 

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14 Mar. 2017

Come scegliere il miglior isolante termico per la tua casa

News presa da www.edilportale.com. In calce all’articolo il link originale

Come scegliere il miglior termoisolante

Il primo fattore che contribuisce all’isolamento termico è lo spessore del materiale: ad uno spessore maggiore inevitabilmente corrisponde una maggiore coibentazione. Nei casi in cui è possibile sarebbe preferibile scegliere, indipendentemente dal materiale, spessori consistenti.

Il potere coibente dei materiali termoisolanti è legato al valore della ‘conducibilità termica’ (lambda “λ”); più piccolo è il valore della λ maggiore sarà il potere isolante  del materiale. Di conseguenza per isolare bene la propria casa conviene optare per materiali con una bassa conducibilità termica.

Un altro fattore da considerare è lo sfasamento termico, ovvero il tempo (in ore) impiegato dal calore per passare attraverso un materiale e raggiungere conseguentemente l’interno dell’abitazione. I materiali ad elevato sfasamento termico permettono, soprattutto durante il periodo estivo, che il picco di calore esterno possa giungere all’interno dell’abitazione dopo molte ore (verso sera) in modo tale che per raffrescare l’ambiente basti aprire le finestre.

Tuttavia non in tutte le zone climatiche conviene optare per un materiale con queste caratteristiche in quanto in alcune zone (come quelle in pianura) le temperature estive si mantengono elevate anche di sera e non basterebbe aprire le finestre per raffrescare; di conseguenza in queste realtà conviene maggiormente puntare a limitare il calore che giunge all’interno.

Bisogna anche considerare anche il potere traspirante del materiale, ovvero la ‘resistenza di diffusione al vapore’ (mi “µ”); come per la conduttività termica, tanto più piccolo è questo valore, tanto più il materiale è traspirante.

Un materiale traspirante migliora l’isolamento termico in quanto riduce la possibilità che si crei condensa; l’aria infatti in assenza di convezione è un buon isolante termico ma perderebbe queste sue proprietà in presenza di acqua liquida (condensa sul muro).

Infine, a parità di caratteristiche fondamentali, si potrebbe optare per coibenti atossici, durevoli ( ad esempio immuni da muffe o parassiti) e resistenti al fuoco.

Isolante termico: tipologie di materiali

Possiamo suddividere i coibenti in tre macro gruppi: gli isolanti sintetici, quelli minerali e quelli vegetali. A seconda del tipo di coibente che si sceglie si potranno avere una serie di vantaggi e di specifiche applicazioni; ad esempio gli isolanti sintetici sono molto vantaggiosi, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista isolante perché hanno valori di λ molto bassi (λ

Isolanti sintetici

Gli isolanti sintetici sono quei materiali chimici, generalmente derivanti dal processo di lavorazione del petrolio. Tra questi materiali troviamo: la fibra di poliestere, il polistirene espanso sinterizzato (EPS) o estruso, il poliuretano espanso, il polietilene espanso, le schiume e diversi altri. Tali coibenti sono molti diffusi, in quanto convenienti dal punto di vista economico, ma hanno un maggior impatto ambientale.

La posa in opera è semplice e senza troppe complicazioni. La vita utile del materiale varia dai in 30 ai 50 anni, con una progressiva diminuzione delle prestazioni. Il deterioramento da agenti esterni o ambientali ne limita ovviamente la vita. Il riutilizzo è possibile solo se il materiale non è accoppiato con altri materiali, incollato o sporco.

L’eventuale emissione di sostanze durante la fase di vita utile del materiale, cioè il periodo in cui questo è effettivamente in opera nell’edificio, deve essere attentamente valutata. I materiali espansi nei primi mesi successivi alla posa possono rilasciare composti organici nell’ambiente circostante in quantità che si riduce progressivamente fino a raggiungere, in pochi mesi, livelli non dannosi per la salute. Per tutti i sintetici si deve, però considerare l’elevato rischio di emissione di sostanze estremamente tossiche in caso di incendi.

Vantaggi
Basso costo
Buon isolamento termico
Facilità di posa in opera
Alcune tipologie (come XPS) resistenti all’acqua e umidità

Aspetti da considerare
Tutti gli isolanti sintetici sono pericolosi in caso d’incendio, in quanto sono tossiche le polveri da combustione. Inoltre sono difficili da smaltire. I pannelli in EPS100 con grafite hanno un eccellente conducibilità termica ma richiedono di schermare i ponteggi durante la posa per evitare problemi alla grafite, sensibile al calore dei raggi solari. Per i materiali espansi va considerato il fatto che subito dopo la posa possono rilasciare nell’ambiente sostanze potenzialmente dannose.

Applicazioni
Tali materiali sono particolarmente indicati per l’isolamento a cappotto termico esterno, facciate ventilate e ponti termici. Può essere utilizzato anche per l’isolamento di coperture e solai. Per le intercapedini sono particolarmente indicati gli schiumati e il poliuretano espanso, mentre per le pareti e per i solai è meglio preferire pannelli degli stessi materiali. Sconsigliato l’utilizzo per cappotti interni, a diretto contatto con gli ambienti domestici. Sono una soluzione ideale ed economicamente vantaggiosa per gli edifici che non necessitano di un elevato sfasamento termico (climi miti e non rigidi) o di isolamento acustico.

Pannelli e lastre termoisolanti polimeriche
I materiali sintetici possono essere suddivisi in lastre o pannelli di:
• EPS (polistirene espanso sinterizzato)
• XPS (polistirene estruso sinterizzato)
• PUR (poliuretano)
• PE (polietilene)

Un esempio di pannello termoisolante in XPS è Styrodur C di Lape HD che possiede ottime proprietà termoisolanti, basso assorbimento d’acqua ed alta resistenza a compressione. Inoltre mantiene nel tempo le sue caratteristiche tecniche e meccaniche ed è duttile alla lavorazione in cantiere.

Tra gli EPS ci sono anche quelli attenti alle traspirabilità, come ad esempio RESPHIRA di ISOLTOP , un pannello in EPS ad alta densità arricchito con grafite, dotato di numerosi microfori di traspirazione e speciali microfori anticondensa, per assicurare una eccellente traspirazione ed evitare la formazione di condense all’interno del pannello.


VEDI TUTTI I PANNELLI E LASTRE TERMOISOLANTI POLIMERICHE

Feltri termoisolanti in materiali sintetici

Tra i feltri termoisolanti sintetici troviamo anche quelli riflettenti, ovvero materiali isolanti che agiscono principalmente per irraggiamento essendo formati da superfici riflettenti (come ad esempio fogli in alluminio) a cui viene accoppiato uno strato di aria incapsulata in cuscinetti. Per sfruttare al meglio la sue capacità riflettenti, nella posa in opera è necessario evitare il contatto tra il materiale isolante e la parete da isolare. Tra i maggiori vantaggi c’è lo spessore contenuto a parità di potere isolante.

Tra i teli termoriflettenti isolanti in polietilene c’è OVER-FOIL CLIMA di OVER-ALL, in alluminio puro, altamente riflettente e traspirante, ideale per coperture e pareti. Permette infatti di abbattere fino al 95% del calore trasmesso per radiazione dalla copertura al sottotetto, rendendolo quindi abitabile nel periodo estivo. Grazie alla sua composizione e alle proprietà dell’alluminio puro, posato in intercapedine d’aria, ha un potere isolante paragonabile a diversi centimetri dei classici pannelli isolanti.

Isolanti sfusi a base polimerica

Gli isolanti sfusi in genere sono schiumosi, con il grande vantaggio di riuscire a penetrare anche in punti (come controsoffittature, intercapedini, buchi ecc) in cui un pannello isolante non può arrivare.

Tra questi isolanti troviamo ISOLPOL di CLAUDIOFORESI, un coibente in poliuretano che in piccoli spessori garantisce una buona efficienza termica ed è inoltre atossico, inalterabile e rapido nella posa in opera.

Isolanti di origine vegetale

Gli isolanti vegetali sono materiali di origine naturale, ovvero non presentano componenti di origine sintetica e petrolchimica ma provengono da materie prime rinnovabili, con processi di produzione e installazione non dannosi per l’ambiente e per l’uomo. Sono inoltre riciclabili e biodegradabili e richiedono un basso contenuto di energia per il loro ciclo di vita.

Tra questi ci sono la fibra di legno, la fibra di legno mineralizzato, la fibra di cellulosa, la fibra di canapa, la fibra di lino, il sughero ecc. Sono molto utilizzati in edilizia e hanno un elevato potere isolante, sia dal punto di vista termico che acustico.

Vantaggi
Buon isolamento termico
Riciclabili e biodegradabili
Atossici
Buon sfasamento termico
Traspiranti
Generalmente durevoli
Buon isolamento acustico
Non vulnerabili all’umidità

Aspetti da considerare
I materiali naturali sono più costosi di quelli sintetici, quindi bisognerebbe considerare se realmente nelle proprie condizioni è economicamente vantaggioso. Inoltre alcuni materiali non sono di semplice posa in opera come la fibra di cellulosa che viene applicata tramite sistema a insufflaggio.

Applicazioni
Si possono utilizzare per cappotti esterni ventilati, coperture ventilate, coperture inclinate, pareti divisorie interne, controsoffitti, sottopavimenti e solai, soprattutto in strutture in legno e muratura. Inoltre, date le caratteristiche atossiche sono indicati per i cappotti interni. Il sughero, tra gli isolanti vegetali è il più costoso, ma è un ottimo isolante termoacustico. Le fibre di cocco e iuta sono utili solo in combinazione con altri elementi, poiché da sole forniscono un isolamento termico parziale.

Pannelli e lastre termoisolanti in legno e sughero
I pannelli in fibra di legno, prodotti attraverso la lavorazione di legname di scarto, hanno buone caratteristiche di isolamento termoacustico, ed una buona capacità di accumulo del calore, che in estate si traduce in un buon livello di ritardo nel passaggio del calore dall’esterno all’interno.

I pannelli in sughero sono costituiti da cellule contenenti aria, garantendo al materiale leggerezza, elasticità, resistenza, ottimo isolamento termoacustico, capacità di accumulo termico e smorzamento delle oscillazioni di temperatura. È un materiale traspirante, permeabile al vapore e inattaccabile agli agenti acidi, a insetti e roditori; in più in caso di incendio non propaga le fiamme, ma brucia fino a spegnersi.

Tra i pannelli in fibra di legno c’è SYLVACTIS 110 SD di ACTIS,  prodotto con fibra di legno riciclato, dalla forte inerzia termica per un’efficacia isolamento, sia in inverno che in estate. Inoltre la posa è a secco, con tempi di esecuzione abbastanza rapidi.

Feltri termoisolanti in legno e sughero
I feltri in legno o in sughero, generalmente sono distribuiti in rotoli e hanno spesso spessori più ridotti rispetto ai pannelli. Di solito infatti sono utilizzati per l’isolamento, sia acustico che termico, dei pavimenti.

Tra questa tipologia di feltri troviamo VICORK C61 di Vicoustic by Exhibo, un isolante eco-compatibile, derivante dalla combinazione di gomma riciclata e sughero, progettato per l’installazioni a pavimento.

Sughero, cellulosa e isolanti sfusi a base vegetale

Tra questi isolanti troviamo le fibre di cellulosa, ricavate dalla carta di giornale riciclata. Tale coibente è traspirante e igroscopico, in grado di assorbire umidità dall’ambiente e cederla successivamente. Ha un buon comportamento fonoisolante e fonoassorbente, e non contiene sostanze tossiche. La fibra di cellulosa in fiocchi viene applicata tramite sistema a insufflaggio a pressione che va a riempire ogni interstizio della costruzione.

Un esempio è l’Isolante in fiocchi di cellulosa di Climacell adatto per la coibentazione di intercapedini perché l’insufflaggio a pressione sigilla ogni vuoto, anche se di forma irregolare. Particolarmente indicato per i condomini, perché permette di isolare anche un singolo appartamento.

Pannelli e feltri isolanti naturali per la bioedilizia

Gli isolanti naturali, essendo prodotti atossici, sono particolarmente indicati per l’isolamento interno, nei controsoffitti e nei pavimenti galleggianti. Tra gli isolanti naturali ci sono anche quelli ad origine animale, come la lana di pecora.

Tra questi isolanti c’è FIBERKENAF PAN di DIASEN, un pannello coibente naturale ecocompatibile a base di fibre naturali di Kenaf e canapa intrecciate e termofissate tridimensionalmente, da utilizzare per l’isolamento termico e l’isolamento acustico di intercapedini o tetti ventilati.

Tra gli isolanti naturali di origine animale c’è Edilana Mat 3 ‘D 50’ di EDILANA, un materassino agugliato in pura lana vergine di pecora sarda autoctona per l’isolamento termo-acustico e il benessere igrometrico degli ambienti, indicato per l’isolamento di tetti ventilati e non ventilati, murature perimetrali, murature interne, solai, controsoffitti e il riempimento delle intercapedini del telaio di finestre e porte.

Isolanti di origine minerale

Anche gli isolanti minerali sono di origine naturale, quindi rinnovabili e riciclabili. Questa tipologia, di solito ricavata dalle rocce è molto usata in edilizia in quanto generalmente ha elevate prestazioni anche in presenza di umidità, è resistente alle muffe e non è combustibile.

Fanno parte degli isolanti minerali la lana di vetro, la lana di roccia, l’argilla espansa, la perlite espansa, la vermiculite espansa, i feltri, ecc.

Vantaggi
Buon isolamento termico
Riciclabili e biodegradabili
Durevoli
Resistenti a umidità e muffe
Traspiranti

Aspetti da considerare
Come altri materiali minerali, soprattutto di origine vulcanica, possono presentare dei bassi valori di radioattività naturale. Possono essere più costosi rispetto agli isolanti sintetici. La lavorazione delle fibre minerali può provocare irritazione, della pelle, delle vie respiratorie e degli occhi. Alcuni materiali minerali per poter resistere all’umidità devono subire dei trattamenti.

Applicazioni
Si possono utilizzare per cappotti, facciate ventilate, coperture ventilate, pareti divisorie, controsoffitti, sottopavimenti e solai. Ad esempio i feltri sono indicati per tutti gli ambienti tranne che nelle intercapedini, in cui è meglio usare l’argilla espansa o vermiculite e perlite.

Pannelli e lastre termoisolanti in fibre minerali
Tra gli isolanti minerali c’è la lana di roccia, prodotto di origine vulcanica, che grazie alla struttura a celle aperte impedisce il passaggio del caldo e del freddo e favorisce anche l’assorbimento delle onde acustiche. Inoltre non assorbe né acqua né umidità e resiste all’attacco delle muffe.

Anche la perlite espansa è un coibente minerale traspirante e capace di regolare l’umidità, dotato di buone proprietà termoisolanti e fonoassorbenti. I pannelli di perlite, incombustibili, resistenti alla compressione e insensibili all’umidità, vengono utilizzati nelle coperture piane come supporto diretto per la posa di membrane impermeabili, mentre la perlite sfusa viene applicata in intercapedini di pareti perimetrali, coperture, sottotetti non praticabili.

Tra gli isolanti in lana di roccia c’è SOLIDA ENERGY PLUS di TERMOLAN, un pannello rigido ad alta densità non rivestito dotato di ottima coibenza, elevata resistenza a compressione (puntuale e distribuita), calpestabile e attento alla sicurezza in caso di incendio.

Tra i pannelli in perlite c’è PERALIT BOARD di Perlite Italiana, termoisolante ecocompatibile ignifugo, riciclabile e compatibile con qualunque membrana di impermeabilizzazione; infatti è applicabile su coperture continue impermeabilizzate, giardini pensili ecc.

Feltri termoisolanti in fibre minerali

Tra i feltri termoisolanti, molti sono fatti con lana di vetro, un materiale realizzato con vetri riciclati, ignifugo, resistente all’acqua e all’umidità, inalterabile nel tempo e dotato di ottime caratteristiche di isolamento, sia termico sia acustico.

Tra gli isolanti in lana di vetro c’è PURE 32 RN SF di URSA, un feltro idrorepellente in lana minerale trattata con speciali resine inorganiche, con ottime caratteristiche termoacustiche, sostenibile e riciclabile, ideale per pareti perimetrali con controparete interna su struttura metallica.


VEDI TUTTI I FELTRI TERMOISOLANTI IN FIBRE MINERALI

Inerti minerali sfusi

Tra gli isolanti minerali sfusi vi sono soprattutto l’argilla espansa, la vermiculite e la pomice. I granuli sfusi di argilla espansa hanno una buona inerzia termica e resistenza alla compressione, incombustibile e traspirante. Generalmente viene applicata in granuli sfusi in intercapedini di pareti coperture, sottofondi di pavimenti, sottotetti non praticabili e canne fumarie e aggiunta come inerte nella realizzazione di intonaci resistenti al fuoco e agglomerati alleggeriti. La vermiculite e la pomice, entrambe di origine vulcanica, hanno una struttura microalveolare che determina il potere isolante e traspirante.

Tra questi c’è Pomice di EUROPOMICE, un isolante termoacustico leggero ed ecologico, ideale per sottofondi e riempimenti leggeri.

Per ambienti particolarmente umidi si può optare per LECA TERMOPIU’ di Laterlite, materiale dall’elevato potere termoisolante, ideale per combattere l’umidità di risalita in sottofondi e vespai isolati contro terra.

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14 Mar. 2017

Superquark: Il risparmio energetico a casa

http://www.serramentivv.com Perché sette italiani su dieci abitano in case che dal punto di vista energetico sono dei colabrodo? Viaggio nei piccoli errori che ci …

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14 Mar. 2017

D.P.R. 74/2013 – Esercizio e controlli su impianti termici

Decreto del Presidente della Repubblica Nr.74 del 2013 Regolamento per l’esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici …

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14 Mar. 2017

Certificazione energetica degli edifici, come si redige un ape

Silvio Capello, responsabile di abaco team, ci spiega uno a uno i passi da seguire per redigere un attestato di prestazione energetica …

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14 Mar. 2017

Ricarica Condizionatori: accorgimenti e Strumentazione

Le modalità di ricarica e quali strumenti sono indispensabili per eseguire l’operazione. Solo un tecnico specializzato e autorizzato può impiegare correttamente …

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14 Mar. 2017

Impianti di riscaldamento: sistemi di produzione e distribuzione del calore

News tratta dal portale www.edilportale.it che ne detiene i diritti. In calce all’articolo il link originale

29/10/2015 – Con l’inverno alle porte e con l’arrivo del primo freddo è necessario riaccendere e revisionare gli impianti di riscaldamento utili al comfort termico della propria abitazione.Un impianto di riscaldamento può essere centralizzato (spesso nei condomini con più di tre piani), quando c’è un’unica caldaia molto potente che serve più unità immobiliari, o autonomo se ogni unità immobiliare è dotata di un sistema di produzione dell’energia. L’impianto di riscaldamento, è composto da sistemi di produzione di calore (come la caldaia) e sistemi di trasmissione del calore (come i radiatori).

Impianti di riscaldamento: generatori di calore

Gli impianti di riscaldamento si classificano per il tipo combustibile (carbone, gasolio, gas, legna, ecc) o la fonte di energia usata (geotermica, solare o elettrica, ecc) per riscaldare l’aria, l’acqua o il vapore che viene convogliato nei punti di destinazione. Solitamente l’impianto di riscaldamento è abbinato all’impianto di produzione di acqua calda sanitaria.

Uno dei sistemi più diffusi è la caldaia.

La caldaia è un’apparecchiatura che trasforma l’energia di combustibili in calore e lo rende disponibile in un circuito contenente acqua o vapore che ha la funzione di distribuire il calore negli ambienti ed eventualmente nell’acqua dell’impianto sanitario. In altri termini, il suo principio è di riscaldare dell’acqua che viene trasmessa successivamente agli emettitori di calore dell’abitazione.

Le caldaie si classificano in funzione: della potenza termica nominale (caldaie murali, a basamento o a fiamma inversa), del luogo d’installazione (caldaie da interno o da esterno), del tipo di tiraggio dell’aria (a camera stagna, a camera aperta), del combustibile (gas, metano, gpl, gasolio, pellet, legna) e della tecnologia di scambio (a condensazione o tradizionali).

Caldaie murali
Questa tipologia di caldaie, installata al muro, è particolarmente adatta per l’uso domestico in quanto è abbastanza compatta; è inoltre dotata di scambiatori in acciaio austenitico, capaci di resistere alle temperature di fiamma ed alla corrosione legata al processo di combustione.

Le caldaie murali a camera aperta con canna fumaria a tiraggio naturale (che preleva dall’ambiente in cui è installata l’aria che serve per la combustione) devono essere collocate all’esterno della casa o in appositi locali aerati, mentre quelle a camera stagna a tiraggio forzato (in cui il prelievo e l’espulsione dell’aria avvengono direttamente dall’esterno) possono essere installate anche all’interno dell’appartamento.

Se si ha l’esigenza di installare la caldaia all’esterno si potrebbe optare per GENUS EXT di ARISTON THERMO progettata espressamente per l’installazione all’esterno grazie all’eccezionale resistenza al freddo (fino a -15°C) e alla protezione elettrica da acqua e polveri che raggiunge i massimi livelli. Inoltre grazie alla gestione intelligente è in grado di scegliere, a seconda delle performance richieste, il miglior regime di funzionamento in base alle condizioni ambientali rilevate dai dispositivi interni ed esterni connessi, ottenendo in questo modo un elevato rendimento termico e riducendo gli sprechi energetici.

Tra le caldaie a camera stagna e tiraggio forzato c’è ZEUS Superior kW di IMMERGAS, una caldaia pensile con bollitore in acciaio inox ideale in tutte quelle installazioni che prevedono l’utilizzo contemporaneo di più servizi.

Caldaia a condensazione

In questo nuovo tipo di caldaia il calore dei gas combustibili viene recuperato, a differenza dei modelli tradizionali in cui viene espulso con i fumi di scarico, e condensato e riutilizzato nel processo di riscaldamento. Essendo totalmente a tenuta stagna, possono essere inserite in qualsiasi ambiente domestico, previa installazione di un tubo di scarico dell’acqua di condensa, che può essere convogliata nella rete delle acque nere o bianche.

Le caldaie a condensazione consentono un notevole risparmio energetico e producono un minore inquinamento. Il loro costo è superiore del 30-40% rispetto alle caldaie tradizionali, ma viene ammortizzato in un arco di tempo ridotto in quanto il loro rendimento è superiore, in media, del 10-15 per cento.

Tuttavia una caldaia a condensazione non conviene a tutti, ma dipende molto dalla tipologia di abitazione e dallo stile di vita degli inquilini; le caldaie a condensazione infatti hanno prestazioni migliori a temperature basse (quando i termosifoni sono regolati in modo da non essere troppo caldi) e quando si usa molto il riscaldamento a causa del clima più rigido. Una caldaia tradizionale quindi può essere preferibile (a livello economico) se l’abitazione è spesso vuota durante il giorno e quindi la caldaia è spenta per molte ore, in quanto, pur essendoci dei risparmi di metano, sarebbe difficile ammortizzare in tempi ragionevoli il costo iniziale d’acquisto. Tuttavia una caldaia a condensazione risulta essere meno inquinante rispetto ad una tradizionale.

Tra le caldaie a condensazione c’è ecoBLOCK plus di VAILLANT che regola e monitorizza elettronicamente la combustione per assicurare sempre il minor consumo di gas garantendo il massimo rendimento; la caldaia infatti si regola automaticamente ed in modo continuo, come se fosse assistita ogni 30 secondi.

La maggior parte delle caldaie è a gas metano o a GPL. Le caldaie a gas metano sono molto diffuse perché la distribuzione della rete del gas metano è capillare mente quelle a GPL (che necessitano di una cisterna per immagazzinare il gas) sono usate dove non arriva il metano. Generalmente la scelta del tipo di combustibile da utilizzare viene fatta secondo una stima dei costi/rendimenti che ogni tipo di caldaia offre.

Tra le caldaie a gas metano c’è CONDEXA PRO di Riello che consente di avere elevati rendimenti e basse emissioni inquinanti.

Le caldaie elettriche funzionano in maniera simile a quelle a gas, la differenza sostanziale risiede nel fatto che sono alimentate dalla corrente elettrica. Dato il costo maggiore dell’energia elettrica rispetto al gas sono sconvenienti dal punto di vista economico; possono però risultare convenienti se usate in abbinamento ad un impianto fotovoltaico. Le caldaie elettriche infatti possono essere considerate ad emissioni zero perché non producono fumi nell’ambiente (perché non vi è combustione). Inoltre non ci sono vincoli normativi stringenti per l’installazione o la manutenzione (a differenza di quanto accade per quelle a gas) in quanto basta un semplice allacciamento alla rete elettrica con contatore.

Un esempio di caldaia integrata con tecnologia solare è SOLAR BOX di BERETTA un sistema integrato termoautonomo ad incasso che consente di avere, nel minore spazio possibile, un sistema solare completo.

Tra i sistemi intelligenti per il riscaldamento troviamo anche ELFOSystem GAIA Maxi di Clivet che gestisce il riscaldamento, il raffreddamento, la produzione di acqua calda sanitaria, il rinnovo e purificazione aria di abitazioni di grandi dimensioni, privilegiando l’impiego delle fonti rinnovabili.

Le pompe di calore (PdC) sono apparecchiature che prelevano calore da un ambiente e, innalzandone la temperatura, lo rendono disponibile ad un ambiente più caldo. Ad esempio, per il riscaldamento invernale di un edificio, una pompa di calore opera sottraendo calore all’ambiente esterno, per fornirlo agli spazi interni, mantenendoli al caldo. Per far avvenire questo processo, opposto a quello spontaneo in cui il calore si trasferisce da un corpo più caldo a uno più freddo, le pompe di calore consumano una certa quantità di energia che può essere fornita, a seconda della tecnologia impiegata, sottoforma di energia elettrica oppure di gas. Esistono pompe di calore che prelevino calore dall’aria, dall’acqua o dal terreno. Tali soluzioni sono particolarmente indicate in abbinamento ad impianti radianti.

Lo scaldacqua a pompa di calore è un’ulteriore applicazione della pompa di calore elettrica, che consente di produrre ed accumulare l’acqua calda sanitaria in sostituzione dei comuni boiler elettrici. Alcune pompe di calore possono anche funzionare per il raffrescamento estivo degli ambienti e in questo caso vengono dette reversibili.

Se si vuole utilizzare per il riscaldamento una pompa di calore si potrebbe optare per SHERPA di OLIMPIA SPLENDID una pompa aria-acqua che cattura l’energia presente nell’aria e la moltiplica; per ogni KW consumato, ne produce cinque di energia termica. Inoltre la logica di funzionamento tiene conto della stagione climatica, della richiesta di carico termico e regola di conseguenza le frequenze del motore sulla base della differenza tra temperatura dell’ambiente esterno e temperatura di mandata dell’acqua.

Se si volesse integrare il sistema con “comandi intelligenti” si può optare per la pompa di calore ad alta efficienza di REHAU capace di raggiungere temperature di mandata fino a 62°C e dotata di NAVIGATOR, un sistema di regolazione intelligente ed intuitivo con contatore di calore incorporato per il calcolo della resa termica, collegabile ad internet per il controllo e la gestione a distanza da smartphone, tablet o notebook.

Il termocamino è un sistema di riscaldamento domestico che prevede l’utilizzo di legna o pellet come combustibile, ai quali possono essere affiancati anche quelli tradizionali (gpl, metano o gasolio). Si tratta di un camino a camera chiusa, con uno sportello di vetro termico richiudibile, che consente maggiore efficienza rispetto a quello a camera aperta, grazie al recupero di buona parte del calore prodotto che altrimenti si disperderebbe nella canna fumaria.

L’acqua del circuito dei termosifoni si riscalda circolando nello scambiatore di calore all’interno dell’intercapedine del termocamino e rientra in circolo nell’impianto di riscaldamento. Questo sistema di riscaldamento permette infatti la diffusione del calore in casa ottimizzando i costi e offrendo numerosi vantaggi in termini di efficienza.

Tra i termocamini a legna c’è FORMA T95 DX/SX WOOD di MCZ GROUP dal funzionamento a convezione naturale e con apertura saliscendi del vetro. E’ possibile abbinarlo al sistema Comfort Air che consente di canalizzare l’aria calda in più ambienti anche non comunicanti.

 

Impianti di riscaldamento: terminali di trasmissione del calore

In un impianto di riscaldamento, dopo aver prodotto il calore è necessario diffonderlo nei vari ambienti e per farlo si utilizzano degli scambiatori di calore acqua-aria. Generalmente questi terminali sono di tre tipi: i termosifoni (o radiatori), in cui lo scambio di calore avviene soprattutto per convezione, i ventilconvettori, con scambio essenzialmente convettivo in regime di convezione forzata e i pannelli radianti (sistema più invasivo dei primi due), con trasmissione del calore soprattutto per via radiativa e in parte convettiva.

I radiatori sono i terminali di un impianto di riscaldamento, posti in ogni stanza della casa, che hanno lo scopo di cedere il calore all’ambiente. Il termosifone è costituito infatti da tubature collegate alla caldaia grazie alle quali è possibile lo spostamento del calore creato dalla combustione del gas. I principali materiali utilizzati per realizzare un radiatore sono: la ghisa, l’acciaio e più recentemente l’alluminio.

Le forme dei termosifoni possono essere diverse ma è importante dimensionarli adeguatamente e scegliere il corretto posizionamento nell’ambiente valutando alcuni parametri come la geometria del locale, il rapporto tra le superfici vetrate ed opache e le esigenze architettoniche e di arredo. Solitamente sono rettangolari e ultimamente, per meglio distribuire il calore nella stanza sono stati realizzati dei termosifoni tubolari che riescono a massimizzare la resa termica.

Un esempio di radiatore tubolare è offerto da ARDESIA di CORDIVARI studiato in modo da massimizzare le rese termiche, facilitare la sua pulizia ed assicurare un corpo scaldante adatto a soddisfare le esigenze più varie, sia in caso di nuove installazioni che di ristrutturazioni.

Tra i radiatori attenti al design ci sono i Termoarredi, una soluzione ottimale per riscaldare la casa arredandola.

Tra quelli con funzionamento a bassa temperatura c’è TT | Termoarredo orizzontale di ANTRAX IT radiators & fireplaces, soluzione ottimale all’interno di abitazioni ad alta efficienza termica (casa passiva, classe A e B) e in caso di sostituzione o ristrutturazione di edifici esistenti.

Infine una soluzione innovativa per il riscaldamento degli ambienti è CERAMIC HYBRID INFRARED PANEL di Infralia, un pannello ceramico ibrido a infrarossi che emana calore quanto una pietra calda, non seccando l’aria e con un risparmio di elettricità del 30%. Il pannello infatti combina due tipi di riscaldamento: infrarossi a onda lunga e convezione termica, in questo modo riscalda uniformemente l’ambiente e mantiene un microclima confortevole.

I ventilconvettori sono corpi scaldanti che, grazie ad a un ventilatore elettrico, diffondono negli ambienti aria calda o fredda, assicurando un buon ricambio d’aria e una buona climatizzazione, con una temperatura abbastanza uniforme in ogni ambiente. Inoltre a differenza dei radiatori (che trasmettono parte del calore alle pareti su cui sono installati) i ventilconvettori cedono calore direttamente all’aria circostante che in questo modo si riscalda.

Anche il loro posizionamento è più versatile rispetto ai termosifoni; possono essere posti a pavimento e a soffitto; nel caso di installazione a pavimento, la mandata dell’aria può avvenire lateralmente o verso l’alto, mentre la ripresa può essere effettuata lateralmente o dal basso.

I ventilconvettori inoltre consentono un buon risparmio energetico infatti funzionano con acqua calda alla temperatura di circa 45-50 °C (inferiore ai 60-70 °C che servono per i radiatori). Date le temperature di esercizio sono adatti per funzionare in abbinamento a caldaie a condensazione, pompe di calore e impianti solari termici.

Un esempio di ventilconvettore per riscaldare e raffrescare è WARM COIL di Termal Group che consente di trasmettere calore sia per convezione forzata sia per effetto radiante, unendo silenziosità e compattezza (solo 13 cm di profondità).

Per coloro che preferiscono soluzioni ad incasso c’è Bi2 SLI di OLIMPIA SPLENDID GROUP, un ventilconvettore ad incasso che riscalda, climatizza e deumidifica in 12,6 cm di spessore, incassabile a muro o a soffitto.

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